Cottura della Carne

Cottura della Carne

La superiorità incontrastata che può vantare la carne da cruda non viene comunque meno quando la si cuoce, ma qui occorre un minimo di attenzione perché il suo ridotto contenuto in grasso non perdona errori. Che sia un arrosto, una fettina o una tagliata, è importante rosolarla ad alta temperatura in modo che ci crei una crosta superficiale che la sigilli trattenendone i succhi. Superato questo preliminare si procede con temperature più basse e tempi proporzionati alla dimensione del pezzo che si deve cucinare. Il roast-beef è l’esempio estremo di questo concetto, con una superficie quasi tostata e un interno poco più che crudo. Decisamente più semplice è la cottura del bollito, a patto che si scelga il taglio fra quelli più ricchi di grasso e di collagene. Quest’ultimo, in particolare, con una cottura prolungata (quale è quella necessaria per questa preparazione) si ammorbidisce contrastando piacevolmente la fibrosità della carne. I condimenti seguono i gusti personali e possono essere dosati a piacere tuttavia la delicatezza di questa carne richiede cautela per non coprirne il gusto. Cucinata alla piastra, un pizzico di sale e un filo di olio extravergine, rigorosamente a fine cottura, ne accompagnano il sapore senza stravolgerlo. Impanata e cotta in padella con una noce di burro accontenta il buongustaio milanese che ritrova il sapore della sua storica “cotoletta”. Passata in farina e rosolata in casseruola è pronta per sposarsi col vino bianco per tradursi in scaloppina, o col pomodoro e il basilico per diventare una pizzaiola. Tagliata sottile e appena scottata prende il posto della piadina avvolgendo un ripieno creato a fantasia.

La carne cruda è il massimo della tenerezza. La cottura della carne induce delle modificazioni, in relazione al tempo, che possono essere riassunte in due fasi principali.

INDURIMENTO
La prima fase comprende la coagulazione (denaturazione) delle proteine che diminuiscono la loro capacità di trattenere l’acqua. La carne perde liquidi, le proteine che la compongono si contraggono e si assiste ad un progressivo indurimento.

INTENERIMENTO
Durante la seconda fase, che richiede più tempo e più calore, il collagene ed in parte l’elastina che compongono il tessuto connettivo vengono progressivamente gelificate e riassorbono acqua. In questo modo la carne riacquista progressivamente tenerezza. Per questo motivo una bistecca “blu”, “al sangue” o “a puntino” è tenera, mentre una bistecca ben cotta è più dura ed una troppo cotta è durissima. Alla fine, uno stracotto od un bollito ritornano ad essere teneri.

BLU – 1 MINUTO

In realtà più del tempo occorrerebbe considerare la temperatura raggiunta dai vari strati di carne. Con un solo minuto di cottura, su piastra caldissima, la temperatura della bistecca non supera i 50°C. In queste condizioni la miosina (principale proteina delle fibre muscolari), denatura e comincia a coagulare. La mioglobina, la proteina del colore rosso non si è ancora modificata. La carne risulta rossa e tenerissima.

AL SANGUE – 3 MINUTI

Con tre minuti di cottura, ovviamente per parte, la temperatura della bistecca comincia a salire fino a 55°C. In queste condizioni la miosina è tutta coagulata e, nonostante la mioglobina non sia ancora stata modificata a questa temperatura, la carne comincia a cambiare colore. Le molecole delle proteine si legano le une alle altre, cominciando a strizzare fuori l’acqua che le separava. La carne risulta ancora abbastanza rossa, tenera e succosa.

A PUNTINO – 5 MINUTI

Cinque minuti di cottura per parte portano la carne ad una temperatura di 60-65°C. La mioglobina si denatura e le proteine coagulate non trattengono più l’acqua. In certe condizioni, la padella si riempie di acqua. Il volume si riduce. Il colore passa dal rosso al rosato ed al rosa tendente al grigio. La carne è ancora abbastanza tenera, ma poco umida. Tagliandola non escono più succhi. Questo è il livello di cottura più diffuso ed apprezzato dalla media dei consumatori.

BEN COTTA – 10 MINUTI

Tra i 70°C e i 75°C il rischio di fare disastri è molto elevato. A 70°C la carne è ben cotta, la mioglobina è tutta denaturata e coagulata. Non c’è più acqua nelle fibre, che risultano ormai asciutte. Il colore è grigio, già tendente al marrone. La carne è dura, se scappa un po’ la cottura fino a raggiungere i 75°C arriva ad essere durissima. Infine si presenta secca ed asciutta, tagliandola con coltello a seghetto si rischia di doverlo usare proprio come una sega su legno fibroso.

Tratto da: “oro rosso” – Guida della piemontese – CO.AL.VI. RAZZA PIEMONTESE

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